LA SPONTANEITÀ È UN MITO FARLOCCO

Ogni essere umano è romanziere di se stesso ed è condannato ad essere libero. Questa riflessione dello scrittore José Ortega y Gasset ci conduce subito nel cuore del tema. È, infatti, un'opinione piuttosto diffusa che la spontaneità sia una cosa buona in quanto sinonimo di autenticità. Inoltre, spesso si pensa che la spontaneità sia immodificabile e, così, a volte viene utilizzata per giustificare i nostri limiti o, peggio, le nostre miserie.

La spontaneità, però, può anche essere controproducente come quando, ad esempio, sul lavoro mi viene spontaneo controllare tutto personalmente ma questo, alla lunga, mi porta alla perdita del controllo in quanto perdo di vista l'insieme e le cose più importanti. In ogni caso, la spontaneità cambia nel tempo. Al lettore che, riguardo a questo ultimo aspetto avesse un dubbio, chiederei: La spontaneità che hai ora è la stessa che avevi a 20 anni? O a 8 anni?

La giustificazione della spontaneità per i nostri limiti o le nostre miserie deriva, fondamentalmente, da 2 tipi di determinismo. Quello genetico, per il quale siamo fatti di codice comportamentale già programmato, e quello della matrice relazionale per il quale abbiamo appreso un modello di comportamento dalle persone affettivamente più importanti per la nostra vita quando eravamo bambini.

La spontaneità si modifica ma noi possiamo stabilire in che direzione. Se voglio riorientare la mia spontaneità in una direzione più utile per me, devo usare lo stesso ingrediente che l'ha strutturata: l'apprendimento. Devo, pertanto, fare nuove esperienze emozionali correttive (F. Alexander) che ristrutturino il mio sistema percettivo-reattivo nella direzione a me più funzionale.

In certe arti marziali esiste una modalità di insegnamento per cui se vuoi imparare una cosa nuova la devi ripetere finchè, ad un certo punto, scopri che non è più uno sforzo ma che è diventata una tua abilità naturale. Inoltre, secondo l’epigenetista Andrew Pospisilik, anche alcune espressioni genetiche cambiano in base alle condizioni dell'ambiente in cui viviamo, agli stimoli ed alle nostre esperienze.

Apprendere nuovamente e fare nuove esperienze emozionali correttive ci permette di evitare inutili e fuorvianti convinzioni e di strutturare nuove spontaneità funzionali ma, soprattutto, ci permette di raggiungere uno dei risultati più preziosi per ognuno di noi: essere migliori. Come ci ricorda, a questo proposito, lo psicoterapeuta G. Nardone Solo cercando di migliorarci costantemente possiamo restare amici di noi stessi.

Simone Battistutta

Photo Credit IA Copilot